I bagni museali

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Questo post non è di arte né di mostre, ma è del loro uso e funzione in spazi che spesso non si considerano artistici e invece sono di grande  impatto sull’esperienza di percepire l’arte. Si tratta dei bagni pubblici nei musei. Perché, vedete, non ho mai visto una rivista d’arte discutere i bagni né qualche fruitore parlarne sui social o di persona, così come spesso se ne parla dei bagni nei club o nei ristoranti, menzionandoli perfino nella valutazione su tripadvisor e yelp. Eppure i bagni sono un nonluogo che non è solo transitorio, ma anche ci si aspetta di rimanere quasi quasi invisibile per i suoi fruitori. La loro attenzione viene attivata solo quando c’è qualcosa che non va nei bagni, ma anche se invisibili lasciano un impatto subliminale nella mente. Malgrado questo o forse appunto per questo il bagno è un posto speciale nella coscienza dei visitatori di un museo. Continua a leggere “I bagni museali”

Come fare fotografia: il ciclo riflessivo di Gibbs

Uno dei vantaggi creativi del fare fotografia è la possibilità di usare l’intuizione molto di più rispetto agli altri mezzi artistici. Questo succede grazie alla possibilità di creare con un dispositivo, in cui il gesto intenzionale della mano può essere anche minimo. Usiamo una varietà di approcci di creazione che non sono possibili con gli altri mezzi artistici.

Ma questa facilità dello scatto ha anche tanti svantaggi. Il numero uno tra di loro: la facilità dell’esecuzione e il distacco dal soggetto sembrano così scontati che spesso ci si arriva agli automatismi, poi ai dubbi e, alla fine, all’eterna domanda: cosa sto facendo? Perché lo faccio? Cosa devo fare adesso? Sono le domande più importanti e più logoranti che facilmente conducono a un blocco creativo ed esaurimento delle idee proprio perché sembra così facile fare foto, di tutto. Continua a leggere “Come fare fotografia: il ciclo riflessivo di Gibbs”

Perché i falsi anglicismi sono così nocivi per l’arte (italiana)

preudo-anglicismiForse tutti già sanno che smartworking, anche se suona inglese, veramente è una parola italiana che non esiste in nessun paese anglofono. Non è chiaro esattamente come è venuta in Italia ma, ecco, si è stabilita con questo significato tutto locale.

Lo stesso è successo con tanti altri termini che hanno l’apparenza di essere inglesi, ma veramente in inglese non ci sono. Si chiamano pseudo-anglicismi, come autogrill e autostop, che, se si usano in un contesto anglofono, creano confusione o situazione buffa.

E certamente questo tipo di pseudo-anglicismi esiste anche nel mondo dell’arte. Però direi che mentre smartworking e autogrill sono simpatici temi da sorriderci sopra, nell’ambito dell’arte queste divergenze linguistiche diventano dei pezzi non solo spiacevoli, ma degli ostacoli che potrebbero far male con il loro uso. Continua a leggere “Perché i falsi anglicismi sono così nocivi per l’arte (italiana)”

5 libri per artisti – da leggere

È stato un anno disastroso, vero? Ma adesso che la luce alla fine del tunnel si intravvede, vi offro qualche suggerimento per usare al massimo il tempo rimasto e riempirlo con idee per restartare.

Sicuramente il fermo è stato disastroso non solo per i piani logistici e pratici, ma anche in quanto alle idee e le prospettive per il lavoro artistico. Non (solo) perché sono mancati gli strumenti o le possibilità, ma per la perdita della percezione di senso che ha portato un blocco creativo e di vita. Sono delle brutte bestie.

Questi libri che vi suggerisco sono delle guide nel ritrovare la via persa. Uno svantaggo è che purtroppo non sono stati tradotti in italiano. Vi garantisco, però, che il loro stile espressivo è semplice e tranquillamente lo potrete capire anche con un livello medio di padronanza dell’inglese.

 

ArtandFearArt & Fear di David Bayles e Ted Orland è uscito anni fa, ma è tuttora utile e stimato per il suo aiuto riguardo le paure e ansietà che ci fermano nella creazione artistica. Continua a leggere “5 libri per artisti – da leggere”

Cosa hanno fatto i musei in questi due mesi

SkyisthelimitSono passati due mesi di chiusura delle gallerie, dei musei e di altre istituzioni culturali – almento di quelle che non sono all’aperto e cosi’ accessibili al pubblico nello spazio libero della citta’.

Ecco il resoconto del coinvolgimento dei musei durante questo tempo: Continua a leggere “Cosa hanno fatto i musei in questi due mesi”

Il progetto Polaroid. Tra tecnologia e arte

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La fotografia e’ un mezzo tecnologicodipendente. Da una parte, perche’ e’ il proprio strumento di creazione. Da un’altra, anche il significato percepito di una foto deriva dall’uso della sua tecnologia, sia perche’ fa pensare ad un rapporto con la realta’, sia perche’ legato a un’epoca e per lo tanto evoca una sensibilita’ socialmente specifica. Per esempio, il tintype certamente evoca l’epoca in cui e’ diventato popolare, anche quando la foto in realta’ e’ stata creata ieri, ma la lettura speciale dei colori, la profondita di campo surreale, i diffetti tattili della superficie suscitano anche un rapporto con la foto, specifico per questo mezzo.

La tecnologia come spunto di ricerca del suo studio, quindi, non e’ niente di nuovo. Cosi’ abbiamo mostre e libri centrati sulla tecnologia fotografica di toy camera, quella di smartphone, processi alternativi e simili.

Cosa succede, pero’, se nel senso di tecnologia non ci si focalizza un mezzo, ma una marca concreta? Sicuramente farebbe pensare ad una malfatta sponsorizzazzione oppure una presentazione che comunque non ha molto senso concettuale. Immaginiamo, per esempio, una mostra Nikon, consistente solo di foto fatte con macchine fotografie Nikon? Continua a leggere “Il progetto Polaroid. Tra tecnologia e arte”

I nuovi trend in museologia

La settimana scorsa si e’ concluso il convegno dell’American Alliance of Museums, l’associazione museale piu’ grande degli Stati Uniti. Abbracciando musei sia di arte, sia di storia e cultura in genere, il convegno e’ un evento rappresentativo di quello che succede nel campo della museologia e curatela.

Ecco cosa c’e’ di interessante: Continua a leggere “I nuovi trend in museologia”

Decolonizzare Dallas

Super Fantasy Mercado

Dallas non e’ Dallas, ma veramente Messico, un territorio (come tutto Texas) appropriato dagli Stati Uniti 150 anni fa. Ma prima di essere messicano era territorio Wichita. Uptown, il centro di spicco di Dallas, veramente e l’ex Freedmans Town, quartiere degli schiavi liberati.

Decolonize Dallas e’ una serie di eventi, mostre e opere pubbliche che cerca di mettere in evidenza le storie e i prodotti visivi di comunita’ rimaste invisibili: immigrati e rifugiati climatici e di guerre, discendenti di schiavi, comunita’ marginalizzate per una o altra ragione. Questi eventi attivano e rifanno la memoria storica attraverso la cultura, in quattro spazi chiave storicamente contestati, per dare nuove forme alla versione dominante della storia e l’identita’ di queste communita’.

E non e’ solo questione di storia. A Dallas, la cui economia globale nel momento sta fervendo, certe zone – prima desolate e in stato di abbandono, ma anche di costi abbastanza bassi da poter dare tetto abbordabile a ceti sociali di bassi redditi per piu’ di una generazione – adesso stanno diventando troppo care per queste comunita’. Il risultato e’ un esodo di abitanti di basse risorse, la maggior parte anche di minoranze etniche, che insistono su una partecipazione equa. Il colonialismo come concetto di esplotazione e sostituzione di identita’, come anche le sue proteste, risultano un tema abbastanza attuale.  Continua a leggere “Decolonizzare Dallas”

Cosa e’ la fotografia oggi, vernacolarmente vista?

Jan Vercruysse. Installazione nel Museo di Rivoli, TO
Jan Vercruysse. Installazione nel Museo di Rivoli, TO. Niente a che vedere con il tema a parte l’effetto visuale.

C’era una volta… una cosa chiamata fotografia. Ma anche se la parola omonima coincide con un termine che si usa oggigiorno, significava tutt’un’altra cosa. E certamente non aveva niente a che fare con l’arte.

Di questo me ne sono resa conto quest’estate in Italia quando, per caso, ho conosciuto la vedova di un appassionato fotografo. Il marito, morto d’improvviso, aveva lasciato a sua moglie alcune collezioni abbastanza voluminose. Avvocato di professione con uno studio rispettabile, una volta sindaco di un paese del Nord, attivista politico del PCI. Continua a leggere “Cosa e’ la fotografia oggi, vernacolarmente vista?”

I Ponti galleggianti di Christo come un’esperienza quasi religiosa

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Le ponti galleggianti di Christo sono un’esperienza sensoriale di massimo livello: tattile, visiva e mobilizzazione di tutto il corpo. Insomma, un evento sublime che ha creato una communita’ compartita.

Una superficie morbida che risponde ai piedi che la pestano. Ma anche galleggia, per cui richiede adattazione del corpo ai suoi movimenti. Colore che cambia con la luce e il momento della giornata. Sguardi tra sconosciuti che si riconoscono complici a prima vista. Continua a leggere “I Ponti galleggianti di Christo come un’esperienza quasi religiosa”