Nuovi lavori

Neighborhoods of the Heart, at Sunset Art Studios

Questa estate sono stata invitata come visiting artist al Dallas Museum of Art. Il mio lavoro consisteva nella creazione di un progetto mio che includesse in qualche modo anche i visitatori del museo.

E’ stato difficile pensare ad un progetto che sia fotografico e che possa eseguirsi dentro nel museo – e che nello stesso tempo includesse il mio processo tattile e fisico di fare fotografia. Alla fine, ho proposto il concetto della casa come un tema importante per la citta’ in questo momento di spostamento, perdita e gentrificazione. Come mezzo espressivo, ho creato una cianotipia di grande formato – usando la cianotipia come il mezzo per eccellenza delle stampe di architettura. I visitatori lasciavano un “negativo” – un disegno su lucido di una casa persa, sognata o vissuta – e con questi disegni ho creato delle composizioni di “vicinati del cuore” in cui le loro case, provenienti di posti e realta’ diverse, stavano insieme. Sulla foto che vedete,  non e’ il museo, ma il mio studio prima di trasferire la stampa nella sala espositiva.

Insieme al progetto creativo, ho collaborato con il dipartimento didattico a sviluppare programmi che coinvolgessero la cianotipia. Abbiamo fatto una serie di workshop “blu” in correlazione alla collezione permanente. Sono impressionata dalla missione del museo di mantenerlo come un posto rilevante e vivo, frequentato e ammirato come spazio di convivenza tra modelli secolari e creazione contemporanea.

 

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Nella seconda meta’ dell’estate ho avuto l’opportunita’ di viaggiare a Palermo per una mia mostra personale.  Il 091 Projects/Rizzuto Gallery a Palermo ha esposto il mio lavoro insieme all’artista romana Stefania Fabrizzi. Intitolato Possible Convergences (31 giugno-14 luglio), questa mostra e’ stata curata da Cristina Costanzo, ricercatrie e critica d’arte.

Il mio lavoro nella mostra derivava dal portfolio Hidden Metrics ID, eseguita con una combinazione di fotografia stenopeica e fotogramma, che era gia’ esposto a Savignano l’anno scorso. Ma per il suo nuovo formato, veramente e’ un nuovo lavoro. Stampato su seta in dimensioni grandi, le fotografie erano appese su mensole di metallo che permettono movimento con l’aria che si muove. Cosi’ ricordano tendine – quel supporto del nostro immaginario su cui stiamo progettando la nostra idea del mondo fuori, soprattutto quando sono chiuse. Ma veramente dietro queste “tendine” non c’e’ niente, ovvero, c’e’ il muro – un’altra metafora di quello che veramente e’ la fotografia. Un pezzo di carta (nella maggior parte dei casi) su cui progettiamo un mondo quasi reale ma veramente illusorio.

Grazie alla curatrice e la galleria di questa opportunita’ di essere parte di un momento speciale per Palermo, una bellissima citta’ che da tante speranze.

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