ùNon credo di sbagliare di molto se insisto che l’identità nazionale italiana – e anche l’immagine del paese visto da fuori – in gran parte si basa sull’arte e la sua dimensione pubblica. Infatti, il patrimonio culturale è importante ad ogni livello. In ogni visita guidata in qualsiasi chiesetta medievale di provincia ci sono presenti dei conoscitori interessati che non solo ascoltano con interesse, ma possono competere con la guida con le proprie conoscenze. Italia è il paese con maggior numero di persone che hanno studiato arte e anche, giustamente, maggior numero di restauratori professionisti.
Ma nello stesso tempo, c’è anche questo:
Una cittadina di 50 000 abitanti ha un negozio di Rolex, una manciata di gioiellerie e perfino un negozietto di penne di lusso. Nel centro storico c’è anche una boutique di cappelli di lusso e tappeti da collezione; enoteca di vini rari e vari altri negozi di marchi rinomati. Ma non c’è neanche una galleria d’arte. Non parliamo di museo, ma di un posto dove si può comprare dell’arte.
Da dove viene questa contraddizione? Perché ci sono meno collezionisti di quello che ci si potrebbe aspettare? Come mai nei musei italiani ci sono meno visitatori in comparazione con quelli francesi, che non hanno certo le stesse ricchezze e importanza? Continua a leggere “Il museo ospitale” →